Santallago

Nella zona più alta dei Monti Pisani, sul versante lucchese, appena sotto la vetta del monte Spuntone, adesso “di Santallago”, alla quota di 750 slm, si trova la riserva di Santallago, una conca naturale, un altopiano, in cui si trova un prato molto esteso, contornato da castagni ed abeti secolari, in un’ambientazione prettamente montana tipica di altre latitudini.

Prato di Santallago fiorito

La località ha una discreta, quanto sconosciuta ai più, semiperduta storia di fondazione. All’inizio degli anni ’50 Santallago venne abbandonata dagli ultimi mezzadri della vasta tenuta agro-forestale di Agnano fatta costruire da Lorenzo Il Magnifico, appartenuta ai Medici, quindi ai Malaspina di Massa, poi alla casa imperiale d’Este, al duca di Modena, quindi a Oscar Tobler e poi ai conti Tadini; ai giorni nostri la proprietà è passata nelle mani di Lorenzo Tizzani.

Tutto cio fino al 1971 anno in cui vi si insediò, con un contratto d’affitto, un giovane boscaiolo, l’ormai scomparso Leandro Balducci, grande persona, un uomo di una volta, di particolare tempra e al contempo di animo gentile, personaggio che si rivelo risolutivo per questa zona, quando tutti si andavano a impiegare nelle fabbriche e della comodità della pianura, lui prese la via del monte, con l’intento di bonificare tale luogo e renderlo fruibile all’umana permanenza, dimostrandosi un boscaiolo nel senso più buono, ampio e nobile del termine, poetà idealista e sentimentale e come non definirlo coraggioso.

veduta sul prato di Santallago Chi conosce il posto sa in quali condizioni dovette lavorare, con la fredda tramontana e la neve d’inverno e il sotto il sole alto d’estate, tra i disagi di un luogo montano allora ancora senza acqua corrente e energia elettrica (arrivata nel 1984), con tanto lavoro sulle sue spalle e una famiglia da mantenere e alla quale un ambiente in cui vivere degnamente, con caparbietà ha pian piano “creato” questa salutare oasi di pace immersa nella natura, tant’è che da decenni ormai rappresenta “il parco montano” Pisano, oltre l’istituzionale San Rossore a livello del mare, con marcata vocazione ad accogliere chi desideroso di quiete, fresco e aria buona cerca un posto dove passare una giornata in un ambiente incontaminato e lontano dalla normale routine cittadina o di pianura offrendo appunto un ambiente e degli scorci caratteristici di ambienti montani di ben più alta quota.

La famiglia Balducci una volta ospitava i suoi visitatori vendendo panini e poche altre prelibatezze veramente rustiche, si andava poco più in là dei panini con affettati e formaggi e del fiasco del vino, nel piano terra dell’allora loro abitazione, in fondo sulla sinistra, appena sotto il recinto dei cinghiali che teneva semibradi.

Santallago

Adesso Santallago è fornito di un bar ristorante con piatti rustici, ha gli spazi e la possibilità di fare camping sia con tenda che con camper, oltre ad offrire degli spazi comuni dove poter fare delle grigliate sui grandi barbecue messi a disposizione accomodandosi sui tavoli sempre a disposizione all’esterno sotto i grandi alberi ad alto fusto. Ma soprattutto nel “pratone”, una delle maggiori peculiarità e caratteristica del posto, nei fine settimana e durante le festività nazionali ricorrenti si ritrovano festanti e affamate comitive di gitanti armate di plaid, palloni, frisbee e quant’altro possa servire ad rendere indimenticabile una giornata quassù. Perchè Santallago in questa sezione dedicata al trekking, perchè comunque sia è un ottimo posto per una passeggiata e perchè da qui si parte o si passa percorrendo uno dei tanti percorsi, intinerari, strade che si svolgono per il monte, che portano in molteplici destinazioni, basterà chiedere alla gente del posto per essere ragguagliati sul da farsi.